ROVERETO – Una serata di fine estate ha premiato gli organizzatori di questa 48° edizione del Palio della Quercia, dopo che al mattino la città si era svegliata un avvolta in un clima invernale.E quindi i quattro nuovi records del meeting sono stati salutati con grande gioia. Al mattino si preannunciava un triste meeting, alla sera tutto è andato bene. Dalle condizioni atmosferiche in primo luogo che
hanno consentito al pubblico di arrivare numeroso e agli atleti che hanno potuto esplicare al meglio le loro potenzialità. Tante le sfide di buon livello tecnico, stiamo parlando di atletica mondiale, e come detto tre nuovi primati.
Una breve carellata dei primati prima di passare alla cronaca della serata. Due sono di marchio rosa e due azzurro. I primati, di cui parleremo più avanti, sono stati ottenuti sui quattrocento e millecinque donne e in campo maschile maschile: giavellotto e cinquemila.
La gara del triplo apre le ostilità con le fanciulle impegnate a superare i quindici metri, misura necessaria per iscrivere il proprio nome nella tabella dei record della manifestazione priva quest’anno per la prima volta del mentore Edo Benedetti che ad aprile ha chiuso le sua fatiche terrestri volando in cielo a sostenere di lassù la società che aveva ideato nel lontano 1945.
La gara si assesta però attorno ai quattordici metri e viene vinta dalla slovacca Marija Sestak con 14.10.Misura utile per superare la concorrenza della brasiliana Keila Costa (14.05).La star Tatyana Lebedva, acconciatura e colori normali per lei che ci aveva abituato a cose sgargianti, esibisce una gara in linea con questa normalità e si ferma sotto i 14 metri. E una stanca Simona La Mantia, con qualche problemino muscolare, atterra poco sopra i tredici metri.
La prima gara di corsa ad infiammare il pubblico sono i cento metri con ostacoli donne. Corre bene e veloce tra le barriere la ceca Lucie Skrobakova che con 12.95 si avvicina al primato del meeting. Che viene invece demolito dall’algida longiliena Antonina Krivoshapka. La finalista olimpica che aveva distribuito male le forze a Londra, qui si esibisce in un perfetto giro di pista per siglare un crono di assoluto valore mondiale sotto i 50 secondi.Per la bella atleta un 49.94, precedente miglior prestazione del Palio 50.62 della brasiliana Maria Figuereldo. Svaniscono verso i duecento metri le aspirazioni della vigilia per l’italiana naturalizzata Libania Grenot.
Il secondo record della disfida roveretana è della keniana Mery Kuria che lo va a togliere alla connazionale Nancy Lagat, 4:04.76 il precedente, 4.03.18 ilnuovo.Sotto il vecchio primato pure la seconda classificata, l’americana Jenny Simpson (4.04.07) e bene pure la terza classificata, come la prima proveneinte dal Kenia: Eunice Sum (4.05.85). Una corsa molto bella e di notevole livello tecnico.
Belli, emozianti e di assoluto valore tecnico i cento donne. La più veloce è l’ucraina Marija Ryemyen in 11.20, davanti alla bulgara Ivet Lalova (11.27) e alla statunitense Alexandia Anderson (11.29). In gara anche l’atleta di casa Doris Tomasini (12.04).
In ogni meeting che si rispetti da qualche anno c’è la sfida Jamaica-USA sui cento metri e qui vince un jamaicano in 10.12, Lerone Clark davanti all’americano Calesio Newman 10.16.
Buone notizie anche dalla pedana del giavellotto dove il greco Spiridon Lempesis sembrava vincitore dopo avere scagliatola lancia a 80 metri precisi, davanti agli atleti dell’est Oleksand Pyatnytsya (79.84) e Ivan Zaytsef (79.54) e dietro altri buoni risultati.Ma all’ultimo lancio il ceco Viteslav Vesely va a prendersi vittoria e nuovo record della gara con un 85.66 che mette in soffitta nientemeno che Sergey Makarov capace di 85.26 nel 1996, si signori.
La star della serata era Fabrizio Donato, l’unica medaglia della Cenerentola atletica italiana a London. Il triplo si sa è una gara che lascia molte ferite, così il medagliato azzurro si è esibito con dignità e serietà professionale nel salto in lungo, regalando alla gente di rovereto la sua presenza. Per lui un 7.66 nella gara vinta dal russo Srgey Morgunov atterrato oltre gli otto metri a 8.02.
L’atletica si dice da sempre è sport per tutte le latitudini. Lo conferma quello che abbiamo scritto sopra e ancor di poiù la vittoria del sudanese Rabah Yousif nei quattrocento (45.46) solo un pochino davanti al cubano Omar Cisneros (45.47) e all’americano Calvin Smith (45.55) e non male neppure gli altri cinque classificati.
Appassionante la prova degli 800 metri con un arrivo spalla a spalla con il keniano Edwin Nelly Kiplagat che la spunta solo al fotofinish
sul danese Andreas Bube (1:45.33 per entrambi). Al terzo posto il trentino Giordano Benedetti in 1:46.29.
Sulle barriere alte la spunta il bielorusso Maksym Linsha in 13.46.
Tremila donne Under 23 normale con Touria Samiri (9:37.63) che la spunta nel finale su Federica Bevilacqua (9:38.94). Seconda volta per Isabel Mattuzzi della Quercia che si migliora di ben dodici secondi in 10:17.91. Appasionante volata sui 1500 Under 23 uomini che vede primo sul traguardo l’italiano Mohar Abdikadar (3:41.88). Modesta la gara del peso vinta da Cleopatra Borel di Trinidad con 18.82.
Salto con l’asta alla russa con Dimitriy Stardodubtsev che valica l’asticella a 5.46. Salto in alto femminile alla Levern Spencer (1.86).
Tutto si chiude con i cinquemila con il nostro Daniele Meucci terzo in 13:28.91, dietro all’americano Andrew Bumbalough 13:28.34 e primo il corridore dell’Azerbaijan Hayle Ibraimov in 13:11.34 che sigla il poker dei records.